Torino Mon Amour

È stata per me una grande emozione tornare a Torino invitato al Congresso per il centenario del Formulario Mathematico di Giuseppe Peano, dieci anni dopo la mia laurea nel prestigioso ateneo, dove si laureò tra gli altri Erasmo da Rotterdam (guardatevi le foto!).

Della scuola di Peano sapevo poco: Alessandro Padoa, Cesare Burali-Forti, Giovanni Vailati, Giovanni Vacca. Mi ha colpito l’eleganza nel descrivere la geometria proiettiva di Mario Pieri, presentato da James T. Smith (lucidi). Mi ha ricordato il linguaggio di programmazione LOGO. E non è un caso: molti sforzi della scuola di Peano furono diretti alla didattica della matematica, come attesta la bella mostra alla biblioteca comunale Italo Calvino Matematica come Pane e gioco. Ecco un passo del pannello esplicativo che mi ha molto colpito, che Peano scrive nel 1924:

Tutto ciò che si studia nelle scuole, e si dimentica nella vita, non è necessario… Lo scopo della matematica, che si insegna nelle scuole, è di risolvere i problemi numerici che si incontrano nella vita pratica. …Sono preferibili i problemi, in cui tanto i dati, quanto il risultato contengono qualche informazione utile. Alcuni libri danno le distanze fra varie città, e facendo viaggiare mentalmente gli alunni, fanno fare delle addizioni. Anche i dati statistici servono a fare calcoli numerici. Ma in realtà i problemi pratici sono molto rari, e sarebbe utile che i periodici didattici per le scuole elementari e medie ne pubblicassero.
I calcoli sui numeri astratti diventano più divertenti se fatti sotto forma di giochi. I quadrati magici, che esercitano nella somma … e le operazioni curiose in cui i risultati presentano qualche eleganza .. dovrebbero essere più diffusi.

Il Dipartimento di Matematica di Torino ha pubblicato quattro cd-rom con l’opera omnia di Peano in digitale, comprese le riviste e l’archivio, e in ultimo quest’anno un cd-rom dedicato alle opere sulla didattica della matematica. Io l’ho preso alla mostra della Biblioteca nazionale: per soli cinque euro avrete un’opera di Napier del 1617, i Giochi di aritmetica e altri problemi interessanti di Peano del 1924, applicazioni degli origami e altre amenità. I materiali didattici come il quadrato magico si possono trovare nel museo della matematica Il giardino di Archimede a Firenze. Spero proprio di riuscire a prendere qualcosa: sento che nella mia formazione la matematica è stata per lungo tempo la cenerentola delle discipline, e questo per colpa di certi insegnanti che ho avuto; vorrei che i miei figli la vivessero con gioia e semplicità, come il pane, e questi suggerimenti della scuola di Peano sono semplici da applicare e, almeno per me, molto divertenti.

Ma sulla didattica c’è un pensiero di Peano che va oltre la matematica, e che, come docente in pectore, mi sento di sottoscrivere e credo di averlo sempre seguito (Peano 1924: 63):

La differenza fra noi e gli allievi affidati alle nostre cure sta solo in ciò, che noi abbiamo percorso un più lungo tratto della parabola della vita. Se gli allievi non capiscono, il torto è dell’insegnante che non sa spiegare. Né vale addossare la responsabilità alle scuole inferirori. Dobbiamo prendere gli allievi com sono, e richiamare ciò che essi hanno dimenticato, o studiato sotto altra nomenclatura. Se l’insegnante tormenta i suoi alunni, e invece di cattivarsi il loro amore, eccita odio contro di sé e la scienza che insegna, non solo il suo insegnamento sarà negativo, ma il dover convivere con tanti piccoli nemici sarà per lui un continuo tormento. Ognuno si fabbrica la sua fortuna, buona o cattiva. Chi è causa del suo mal, pianga sé stesso. Così disse Giove, e lo riferisce Omero (Odissea, I, 24). Con questi principii, caro lettore e collega, vivrai felice.

Particolarmente emozionante per me lo spettacolo teatrale dedicato alla vita dell’illustre matematico, Vita tenue re. Dialogo fra un matematico e la sua storia in scena al Teatro Stabile il 6 ottobre, un unicum messo in scena per noi del congresso. Si è visto il mondo affettivo di Peano, il suo rapporto con la nipote Lalla Romano, il motivo per cui si occupò sia di matematica che di interlinguistica, essenzialmente per realizzare il doppio sogno di Leibniz, la characteristica universalis da un lato (algebra del pensiero, che porta al Formulario), e la lingua generalis dall’altro (lingua ausiliaria internazionale, che porta al latino sine flexione).

L’Archivio di Stato è stata una cornice più che adeguata, e il direttore a fine congresso ci ha mostrato alcuni incunabuli del marchesato di Saluzzo, alleato con il re di Francia contro i Savoia. Una nota curiosa: su una moneta saluzzese vi era scritto: si deus cum nobis, quis contra nos? Come dire: ma allora gli americani con il dollaro non hanno inventato nulla…

4 thoughts on “Torino Mon Amour

  1. Ho prima letto e poi fatto un preflight delle tue slide.
    E Notavo, con scrupolo puramente estetico/funzionale (a margine di tanta serietà, non potevo non portare una calda nota di tabacco, con profumo secco e selvatico di mughetto nordico. Leggasi: postumi dei due Martini cocktail….), come il Pdf non risulti coerente con la specifica PDF-X. È un peccato. Perché è davvero ben fatto, sia sotto il profilo dell’accessibilità e – suppongo, della facilità di realizzazione (solo tecnica, of course!) – sia dal punto di vista tipografico, cosa che non stupisce, vista la genia Latex. Però ci sono circa 3.025, 3.026 errori che ne pregiudicano la stampabilità (trim box e sovrastampa i più gravi).

    Sarebbe bello rimediare direttamente in Latex. Come l’hai generato?

    Frivolamente.
    G

  2. Ok: give me a couple of days, a couple of drinks and I’ll try to fix your Tex.
    Florida -15 days, I have to practice…. 🙂
    G

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